LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA

17 gennaio 2023

Il 15 gennaio 1993 il capitano De Caprio, con alcuni dei Carabinieri suoi sottoposti, blocca
l'auto segnalata su via Regione Siciliana e ammanetta il capo assoluto di “cosa nostra”,
Salvatore, o anche conosciuto come Totò, Riina.
Dopo l’arresto di Riina il comando di cosa nostra passa Bernardo Provenzano sino all’ 11
aprile del 2006 data del suo arresto.
Da quel giorno fino ad oggi l’organizzazione mafiosa è rimasta sotto il comando del fedele
braccio destro di Riina: Matteo Messina Denaro.
Nel novembre 1993 Messina Denaro fu tra gli organizzatori del sequestro del piccolo
Giuseppe Di Matteo per costringere il padre Santino, pentito che stava collaborando con le
autorità, a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci; infine, dopo 779 giorni di
prigionia, il piccolo Di Matteo venne brutalmente strangolato e il cadavere fu sciolto
nell'acido.


Il 16 gennaio 2023, dopo circa trent'anni di latitanza, Messina Denaro è stato arrestato dai
Carabinieri del ROS. dai procuratori Maurizio De Lucia e Paolo Di Guido, mentre si trovava
presso la clinica privata La Maddalena a Palermo. Il boss trapanese era in procinto di
effettuare, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, una seduta di chemioterapia, alla quale
era sottoposto periodicamente a causa di un tumore al colon, per il quale era stato operato
nel 2021 in un ospedale di Marsala. Messina Denaro ha cercato invano di scappare e, una
volta preso dagli uomini dell'Arma, ha confessato la sua identità. In manette è finito anche
l'autista, Giovanni Luppino, con l'accusa di favoreggiamento.
Matteo Messina Denaro, è condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello del
piccolo Giuseppe Di Matteo, e per le stragi del '92, strage di capaci e quella di via d’Amelio
costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, oltre che per gli attentati del '93 a Milano,
Firenze e Roma.
Con l'arresto del boss di Cosa nostra sono diventati quattro i super ricercati che fanno parte
della lista stilata dal ministero dell'Interno. Si tratta di Antonio Cubeddu, Giovanni Morisi,
Renato Cinquegranella e Pasquale Bonavota.


L’arresto del boss è stato un grandissimo colpo per l’organizzazione mafiosa, dobbiamo
anche vederlo come un insegnamento, la mafia è un. organizzazione che affonda ancora le
sue radici nella nostra società, ricordati che un mafioso non è per forza una persona con la
pistola ma, proprio come in questo caso, potrebbe essere la persona dietro di te in coda
all’ospedale.


La mafia dobbiamo combatterla con azioni concrete e soprattutto con la conoscenza.
Vorremmo concludere con la celebre frase pronunciata da Peppino Impastato

"LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA"

Nicco Pessina
Edo Gussoni

Collettivo studentesco "Schrödinger" Liceo Bottoni

foto di copertina e video : fonte ANSA