Il saluto del nostro liceo a Giulia

Se domani sono io

poesia di Cristina Torres Caceres, 2011

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l'alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.

Oggi 21 Novembre il Liceo Bottoni si è fermato per rendere omaggio a Giulia. Ecco il testo del massaggio di saluto che ragazzi e ragazze, assieme a tutti i docenti e tutto il personale, hanno voluto tributare alla sua memoria.

" L’11 Novembre Giulia Cecchettin sparisce insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta. Non si hanno loro notizie fino al 18 Novembre, una settimana dopo, quando viene trovato il corpo della ragazza, accoltellato, in mezzo ad un canalone tra il lago di Barcis e la zona di Piancavallo.
Lo sapevamo tutte. Sapevamo che questa storia sarebbe finita così. E lo sapevamo perché nel nostro Paese viene uccisa una donna ogni 3 giorni, sono 105 dall’inizio del 2023. Giulia non è stata uccisa da un mostro o da un malato psichiatrico, ma dal vostro “bravo ragazzo”, italiano, di 22 anni, quello che la stampa continua a difendere dicendo che si è trattata di una lite finita male, che in realtà lui l’amava, le faceva i biscotti. Ma l’amore non è violenza, l’amore non uccide, non controlla, non manipola, l’amore non possiede. Che ce ne facciamo dei biscotti se poi veniamo ammazzate? Cecchettin è stata uccisa da un figlio sano di una società patriarcale, che vede la donna solo come un oggetto di proprietà dell’uomo, e non come essere umano pensante e cosciente. Continuano a dire a noi ragazze che dobbiamo denunciare e che dobbiamo essere protette. Non siamo d’accordo. Bisogna educare gli uomini, perché non è colpa delle donne se ce ne sono alcuni violenti.

Noi oggi questo minuto di silenzio lo facciamo, per Giulia e per tutte le altre vittime di femminicidio, poiché il 97% delle donne in Italia ha subito una violenza di qualche tipo. Ma oltre al silenzio vogliamo che venga fatto qualcosa di più, perché la morte è solo la punta dell’iceberg. Per questo pretendiamo un cambiamento radicale nelle scuole e fuori, in modo che ciascuna di noi non debba più dire “anche io”. E se non cambierà nulla siate certi che faremo tutto tranne che silenzio."

GM classe 5C