Da Milano alla Risiera di San Sabba: il viaggio della Memoria dei 9 municipi di Milano

Il liceo scientifico Piero bottoni ha preso parte al progetto Milano-Mauthausen come rappresentante del municipio 8. Sono stati selezionati 8 ragazzi tra tutte le classi quarte, attraverso un concorso in cui bisognava scrivere una lettera motivazionale. Lo scopo del viaggio era quello di sensibilizzare i giovani sugli eventi che hanno scosso gli anni della 2° guerra mondiale, come discriminazioni, persecuzioni e prigionia nei campi di concentramento e sterminio, e sopratutto quello di ricordare categorie di prigionieri spesso in secondo piano, come prigionieri politici, manifestanti e comuni cittadini. Ogni gruppo delle diverse scuole ha scelto un deportato da ricordare, raccontando la sua storia per restituirgli un'identità.

La nostra scuola ha scelto Gaudenzio Bindi:
Nato a Bucine il 22 marzo 1893 dove risiedeva nella frazione di San Pancrazio in Via del Castello 16. Era un uomo molto mite, paziente e pratico. Di mestiere era un operaio presso la fabbrica dell’Alfa Romeo. Durante il fascismo aveva oltre 50 anni, ma nonostante questo trovò la forza, solitamente associata ai giovani, di rischiare la propria vita per il diritto di manifestare e di esprimere la propria opinione. Infatti, si rese protagonista nell’organizzazione delle proteste del 1944 e per questo motivo arrestato e portato a San Vittore nel marzo dello stesso anno, dove rimase una ventina di giorni prima di essere spogliato di tutti i suoi averi dai fascisti e portato presso la stazione centrale dove fu caricato su un vagone bestiame insieme ad altre 97 persone. Da qui portato in un campo di transito ad Innsbruck, in Austria, dove rimase un’altra decina di giorni; successivamente fu caricato su un altro treno sul quale viaggiò per 4/5 giorni prima di arrivare a destinazione il 13 marzo 1944 a Mauthausen. Stando alle interviste fatte ad un suo collega in Alfa Romeo, Duccio Bigazzi, raccolte nel libro di Sara Zanisi, “Il Portello, Voci dalla fabbrica”, non sono giunte notizie sulla natura precisa della sua morte, l’unica cosa nota è il giorno e il luogo del decesso: 15 febbraio 1945 a Mauthausen, più precisamente nel sotto-campo di Gusen.

Abbiamo chiesto agli studenti coinvolti nel progetto, selezionati attraverso le loro lettere di candidatura, di raccontare questa esperienza, attraverso un diario di bordo dell'esperienza di viaggio. Cogliamo l'occasione per ringraziarli sentitamente per l'impegno dimostrato durante tutte le fasi di realizzazione del progetto, che l'anno prossimo li vedrà protagonisti della restituzione ai loro colleghi.


L’inizio della nostra avventura:
Siamo partiti alle 6:30 del 3 maggio da stazione centrale. La prima tappa che abbiamo fatto è stata Bolzano dove abbiamo visitato: Piazza della Vittoria, il bassorilievo in Piazza del Tribunale e i resti del lager di via Resia.

Ci hanno raccontato la storia di Bolzano all’epoca della guerra, soffermandosi sulla divisione tra gli italiani e le minoranze di lingua tedesca e latina che Mussolini aveva alimentato. Al lager abbiamo portato una corona per i deportati. Della struttura rimane soltanto il muro: il resto è stato distrutto dai fascisti per coprirne le tracce, oggi all’interno sono state costruite delle case
popolari e di fianco un asilo; il muro è tutelato dal comune di Bolzano come monumento storico. Successivamente abbiamo proseguito per arrivare all’hotel che si trovava in Slovenia, a Sezana, appena dopo il confine.

La mattina del 4 maggio ci siamo recati a Trieste per visitare la risiera di San Sabba.

La risiera è chiamata così perché inizialmente era una fabbrica per la raffinazione del riso importato dall’oriente. Durante la guerra fu impiegata come campo di concentramento e di
sterminio: fu l’unico campo in Italia in cui era attivo un forno crematorio. Prima della liberazione i tedeschi fecero saltare il forno per nascondere le tracce di ciò che avveniva nel campo. Dopo la fine della guerra ha subito un processo di monumentalizzazione: la maggior parte della struttura è stata demolita, e ad oggi rimangono le celle e un’altra parte dell’edificio, adibita a museo.

Nel pomeriggio ci ha raggiunto una guida per farci visitare il centro storico della città: Piazza
dell’Unità d’Italia; Piazza della Borsa e Piazza della cattedrale.

Il nostro viaggio continua il 5 maggio quando abbiamo visitato il Sacrario di Redipuglia, il più
grande sacrario militare della prima guerra mondiale, all’interno del quale sono sepolti 100.000 soldati, di cui 60.000 ignoti.

Successivamente abbiamo percorso le trincee del Carso. L’obiettivo di questa tappa era di scoprire gli eventi che avevo preceduto la seconda guerra mondiale e avevo creato l’atmosfera
che, nazisti e fascisti avevano sfruttato per ottenere appoggio.

Questo viaggio è stata un esperienza unica che ci ha permesso di crescere e di conoscere una
nuovo punto di vista sulla guerra. Ci ha permesso di avvicinarci a testimonianze concrete degli
avvenimenti e delle conseguenze di questa guerra. Oltre a ciò ci ha permesso di creare nuove
amicizie e di divertirci imparando. Un ringraziamento speciale va al nostro prof che ci ha
accompagnato e ha vissuto con noi questa esperienza.

Valeria Allamprese (4A), Diana Bustamante (4B), Pula Ibrahim (4C), Giulia Locorotondo (4E), Alice Loduca (4D), Mara Mazzieri (4F), Francesca Nekoula (4C), Giorgio Valnegri (4F)